Per noi italiani il Natale è sinonimo di scambio di doni, pranzi e cene con amici e parenti, albero e presepe, dolci e addobbi colorati pieni di luci scintillanti sotto una coltre di neve bianca. In tante altre parti del mondo, dove il clima è molto freddo oppure all’opposto molto caldo, l’atmosfera natalizia può essere radicalmente diversa. In Australia Occidentale ad esempio il Natale si festeggia in costume da bagno, sulla spiaggia, sorseggiando cocktail rinfrescanti. Il motivo è semplice: lì nel giorno della nascita di Gesù Cristo i gradi sono circa 25/26, il cielo è azzurro terso e il sole splende all’orizzonte. Anche in Messico il clima durante le vacanze natalizie è caldo e mite. Al posto delle lanterne e delle ghirlande in uso in Europa, i messicani creano delle caratteristiche farolitos (lanterne), intagliando intricati disegni in sacchetti di carta marrone e ponendovi all’interno una candela. I farolitos vengono poi posati lungo i marciapiedi, sui davanzali, sui tetti, per illuminare la comunità con lo spirito del Natale.
Nel Paese africano orientale il Natale si celebra il 7 gennaio perché la Nazione non segue il calendario gregoriano come noi ma quello giuliano. La religione cristiana più diffusa è il culto ortodosso, chiamato Ganna, che prevede che i fedeli si rechino in chiesa per omaggiare la nascita di Cristo tutti vestiti di bianco. Shamma, il sottile rivestimento di cotone bianco con brillanti strisce colorate all’estremità, è l’abito tradizionale più indossato. Dodici giorni dopo il Natale si celebra per altri tre giorni consecutivi il battesimo di Gesù, noto come Timkat.
Nelle Filippine, Paese fortemente cattolico, il Natale non è solo associato alla festività della nascita di Gesù Cristo, ma anche al famoso Giant Lanter Festival, il festival delle lanterne giganti che si tiene ogni anno il sabato prima della vigilia nella città di San Fernando. La competizione è agguerrita e prevede la presenza di undici villaggi che si sfidano a colpi di lanterna più elaborata dell’anno. In origine le lanterne erano realizzate in carta origami giapponese, illuminate da candele e di circa due metri di diametro. Con il passare del tempo sono cresciute fino a 20 metri di diametro, sono state create con materiali molto diversi e illuminate da lampadine elettriche.
E’ una delle terre che più rientrano nell’immaginario natalizio eppure la Svezia è diventata famosa nel mondo in relazione al periodo natalizio nel 1966 quando si iniziò a dare vita a una tradizione che dura tutt’ora. Ogni anno nel centro della Piazza del Castello di Gavle, in occasione dell’Avvento, viene costruita una Capra Yule alta 13 metri che i turisti e i cittadini, probabilmente in omaggio a un’antica usanza del dio Thor, cercano di bruciare. L’ultima volta in cui gli spettatori sono riusciti a bruciarla è stato nel 2013.
Nel Paese sudamericano la messa si segue con i rollerblade. E’ questa l’incredibile tradizione che i venezuelani portano avanti ormai da anni senza saperne esattamente le origini. Fatto sta che ogni vigilia di Natale i fedeli si recano in chiesa sui pattini a rotelle costringendo la polizia a chiedere al traffico per alcune ore le vie della città per consentire alle persone di pattinare in sicurezza nell’andare in chiesa e nel tornare a casa per il pranzo di Natale.