Il rapporto 2016 sull’inquinamento diffuso dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (Eea) conferma un trend allarmante per la salute di tutti gli abitanti del mondo. La qualità dell’aria in Europa è effettivamente migliorata negli ultimi anni, ma l’inquinamento atmosferico rimane una delle principali cause ambientali di rischio per la salute umana e per l’abbassamento della relativa qualità della vita. Nel periodo di tempo analizzato dall’Eea, 467 mila persone sono morte prematuramente in Europa a causa dello smog. Un dato che, da solo, dovrebbe evidenziare il dramma della situazione ambientale e sociale europea.
Secondo il rapporto “Qualità dell’aria in Europa 2016”, che ha analizzato nel periodo 2000-2014 i dati provenienti dalle stazioni di monitoraggio presenti in più di 400 città europee, l’85% della popolazione urbana dell’Unione Europea è stata esposta alle polveri sottili in quantità ritenute dannose dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In particolare a svolgere il ruolo di vero e proprio agente killer è il particolato PM2.5. A causa sua in Europa si sono verificati 467 mila decessi prematuri mentre le vittime di azoto sono state 71 mila e quelle dell’ozono 17 mila.
L’Italia, purtroppo, detiene ancora una volta la maglia nera di decessi causati dagli effetti dello smog. Era così nel 2105, lo stesso accade nel 2016. Il biossido di azoto in particolare è responsabile dell’inquinamento atmosferico delle città italiane tramite gli scarichi delle automobili, gli impianti di riscaldamento, le centrali per la produzione di energia e altri processi industriali inquinanti. Le vittime del particolato PM 2.5 in Italia sono state 66.630, quelle per il biossido d’azoto 21.040 mentre quelle per l’ozono 3.380. Proprio per far fronte a questa emergenza costante l’Unione Europea ha deciso di porre nuove limitazioni alle emissioni inquinanti per il periodo 2020-2030 con una seduta plenaria del Parlamento Europeo che ha approvato il provvedimento in questione con 499 voti a favore, 177 contrari e 28 astensioni. L'obiettivo dichiarato è ridurre l'impatto dell'inquinamento atmosferico e acquatico sulla salute dei cittadini dell’UE di circa il 50% entro il 2030.